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Disturbi dell’apprendimento? Come intervenire

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DSA è l’acronimo di Disturbi Specifici dell’Apprendimento e sta ad indicare una specifica categoria di disturbi che si manifestano con significative difficoltà nell’acquisire ed utilizzare le proprie abilità di ascolto, espressione orale, lettura e ragionamento matematico, pur conservando intatto il funzionamento intellettivo generale.

Le famiglie di bambini che soffrono di DSA hanno bisogno di essere guidate nella conoscenza del problema in merito ai possibili sviluppi dell’esperienza scolastica. Queste devono anche essere informate con professionalità e costanza sulle strategie didattiche che la scuola progetta per un apprendimento che sia quanto più possibile sereno e inclusivo.

Scoprire che il proprio figlio ha una problematica inerente l’ambito scolastico non è facile da accettare ed è comprensibile che i genitori possano essere spaventati inizialmente. Uno degli aiuti per i genitori è infatti il parent training. Si tratta di un modello di intervento la cui caratteristica principale è quella di coinvolgere i genitori quali agenti di primaria importanza nello sviluppo dei figli, offrendo un aiuto specialistico a coloro che desiderano cambiare il modo di interagire con loro e promuovendo lo sviluppo di comportamenti positivi per il benessere dell’intero nucleo famigliare e non solo dei minori.

Da non sottovalutare in questi casi, è anche l’importanza di essere seguiti a casa attraverso un doposcuola specialistico dove i bambini possono imparare ad utilizzare gli strumenti compensativi e dispensativi in conformità alla legge 170 in modo da agevolare l’intero processo di apprendimento.

E voi cosa ne pensate? Vi siete mai trovati in situazioni di questo tipo? Parlarne è sempre il primo passo verso la graduale risoluzione del problema.

Il tuo bambino da morsi?

 

Il tuo bambino da morsi? Non allarmarti. Ogni bambino ha una sua individualità. Intorno ai 18 mesi circa può arrivare la cosiddetta “fase del mordere”. Si tratta di una fase evolutiva del tutto naturale, che si manifesta proprio a questa età, quando il bambino inizia a sperimentare modalità interattive nuove con i compagni o con i caregivers, sperimentando nuove emozioni e sentimenti in maniera così intensa da non riuscire a volte ad esprimerle in maniera adeguata. Questo può dar vita a un gesto istintivo di rabbia, come un morso. Tale gesto lo libera dalla frustrazione che prova in quel momento, perché non riesce a farsi capire o perché ad esempio il compagno ha rubato proprio quel gioco che gli piace tanto.
Bisogna ovviamente intervenire con decisione, ma seguendo delle accortezze:
 occorre fargli capire di aver sbagliato guardandolo dritto negli occhi.
 non aver paura di mostrarsi arrabbiati
 promuovere altresì qualsiasi comportamento correttivo messo in atto per evitare il morso.
In genere, come ogni fase evolutiva, scompare da sola, bisogna dare al bambino il tempo necessario per metabolizzare anche questa fase senza mettergli fretta.
Se questa dovesse perdurare nel tempo o essere accompagnata da altri comportamenti anomali è consigliabile consultare uno psicoterapeuta sistemico-relazionale.

Sostegno alla famiglia

É fondamentale dare sostegno alla famiglia, in qualità di operatore sanitario, poiché se essa sarà sostenuta nella ridistribuzione dei ruoli per fronteggiare una situazione stressante avrà meno possibilità di ammalarsi e di incorrere in inutili “sensi di colpa”, non detti o malintesi, che alimentano lo stress.
Occorre incontrarsi, fare supervisione, per capire, comunicare e ascoltare il dolore, per informare correttamente e in modo chiaro e per creare una comunicazione costruttiva partendo dai membri del gruppo famigliare.
Tutto parte dalla comunicazione, non lasciate mai che il silenzio diventi assordante!