Adolescenti e gioco d’azzardo

Con questo articolo voglio porre l’attenzione sul fenomeno del gioco d’azzardo di cui spesso sono vittime anche i minori a causa di un mancato controllo, da parte di chi dovrebbe tutelarli, sull’età degli stessi e sull’utilizzo degli strumenti relativi.  In questi casi sono diversi i protagonisti ad essere chiamati in causa ovvero i genitori, i rivenditori e lo Stato. Per quel che qui ci riguarda vorrei concentrare la mia attenzione sul ruolo fondamentale dei genitori che devono dare fiducia al figlio senza però che la stessa si trasformi in assenza di supervisione, poichè quest’ultima è la causa principale del compimento da parte del minore di queste attività vietate.

La responsabilità di questo crescente fenomeno è chiaramente addebitabile anche ai rivenditori e allo Stato.  I primi, avendo a cuore come unico interesse i propri affari, spesso tralasciano le proprie responsabilità permettendo ai minori di accedere a giochi d’azzardo, come le scommesse, non chiedendo nessun documento d’identità o addirittura, nonostante abbiano verificato la loro minore età, non rifiutandosi di farli giocare.

Lo Stato, a sua volta, dovrebbe garantire il rispetto di regole efficaci e inderogabili in materia.

Nonostante, dunque, più parti sembrerebbero coinvolte nella tutela dei minori l’attenzione dei genitori sulle attività del figlio rimane sempre principale e fondamentale.

Prendersi cura del figlio, ancor più se minorenne, equivale a prendersi cura di un germoglio; non basta solo piantarlo ma occorre che i genitori, ogni giorno, gli dedichino cure e attenzioni, affinchè cresca sano e forte, con la collaborazione di tutti i membri delle società. Tuttavia, non di rado, nonostante si creda di adempiere alla propria funzione genitoriale nella maniera migliore, ci si ritrova a perdere il dialogo con i figli, a causa dell’età, delle frequentazioni e degli impegni di entrambe le parti e dunque diviene sempre più difficile intervenire quando certe situazioni hanno già oltrepassato il limite. In tali casi non deve ritenersi superflua la possibilità di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per un aiuto più concreto.

Uso frequente dei media? Adolescenti a rischio!

L’uso frequente dei media tra gli adolescenti, fornisce ai giovani una stimolazione rapida e ad alta intensità, accessibile tutto il giorno. L’uso frequente dei media è stimato tra le otto e nove ore al giorno con conseguenze sulla loro salute, tra cui maggiori probabilità di sviluppare sintomi del  Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD).

Un team di ricercatori della University of Southern California (USC) ha rilevato che gli adolescenti che fanno un uso frequente di dispositivi digitali hanno il doppio delle probabilità di mostrare sintomi di ADHD. Questo è stato descritto dal National Institute of Mental Health come una patologia che include sintomi del pattern dell’attenzione, del comportamento iperattivo e impulsivo, e che interferisce con il funzionamento e lo sviluppo dell’individuo.

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La ricerca

Lo studio ha monitorato circa 2.600 adolescenti per due anni, concentrandosi in particolare sulle conseguenze per la salute mentale di una nuova generazione che s’interfaccia con un uso frequente di media e device digitali onnipresenti.

La novità è che precedenti studi su questo argomento sono stati fatti molti anni fa, quando non esistevano social media, telefoni cellulari, tablet e app mobili – ha dichiarato Adam Leventhal, professore di medicina preventiva e psicologia e direttore della USC Health, Laboratorio di Emotion and Addiction presso la Keck School of Medicine di USC – Le nuove tecnologie mobili possono fornire una stimolazione rapida e ad alta intensità accessibile tutto il giorno, che aumenta l’esposizione ai media digitali ben oltre ciò che è stato studiato in precedenza.

Possiamo dire con sicurezza che gli adolescenti che sono stati esposti a più alti livelli di media digitali hanno avuto maggiori probabilità di sviluppare sintomi di ADHD.

Essendo l’ ADHD una patologia abbastanza comune nei bambini e adolescenti, con un’incidenza del circa 4%, i presenti risultati aiutano a colmare una lacuna nella comprensione di come i nuovi dispositivi multimediali mobili rappresentano un rischio per la salute mentali dei ragazzi. Questi risultati servono da avvertimento poiché i media digitali sono sempre più diffusi, più rapidi e stimolanti.

Questo studio solleva preoccupazioni sul fatto che la proliferazione di tecnologie multimediali digitali ad alte prestazioni potrebbe mettere a rischio una nuova generazione di giovani per l’ ADHD – afferma Leventhal.

 

I genitori sono tenuti pertanto a comprendere il rischio al quale sono esposti gli adolescenti di oggi, un rischio da non sottovalutare assolutamente. In questi casi un monitoraggio preventivo da parte dei genitori associato al supporto di uno specialista può rivelarsi fondamentale.

Che rapporto hanno i vostri figli con la tecnologia? Avete mai cronometrato quanto tempo trascorrono davanti a tv, pc e smartphone?
Se vi va lasciate un commento con la vostra esperienza. Il confronto è sempre un abile alleato nella risoluzione di un problema.

Fonte: http://www.stateofmind.it/2018/09/adhd-adolescenza-tecnologia/